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Due contrapposte tendenze caratterizzano la storia della nostra scuola. Una considera lo studio e la cultura in genere un bene esclusivo, riservato a una più o meno larga schiera di donne e di uomini nati nelle famiglie "giuste", ricche di mezzi materiali e intellettuali. È l'ideale monarchico che, con i suoi meccanismi dinastici, mira a trasmettere di padre in figlio il privilegio del sapere formalizzato. L'altra, di spirito repubblicano, ha della cultura una concezione più democratica e inclusiva, che coinvolge la popolazione nella sua totalità, e perciò cerca di promuovere in tutti, nessuno escluso, la migliore e più alta formazione possibile. Tra queste due tendenze si svolge drammaticamente il succedersi di eventi sociali, movimenti, leggi, riforme e controriforme che costituiscono il filo del nostro discorso.